Call center Telecom, no dei lavoratori all’intesa con i sindacati

I lavoratori del call center di Telecom Italia attraverso un referendum hanno bocciato l’intesa raggiunta il 18 dicembre tra azienda e sindacati di categoria. L’accordo, con garanzia fino al 2017, prevedeva che i call center sarebbero rimasti in azienda e non più trasformati in una società a sè stante.
Per i lavoratori delle 11 sedi da chiudere era prevista la ricollocazione in altri settori oppure il trasferimento in sedi distanti non più di 40 chilometri dall’originaria. Al referendum hanno partecipato circa 8mila dipendenti, cioè l’87% dei lavoratori, e l’intesa è stata bocciata con 4.266 voti sfavorevoli; 3.259 sono stati i favorevoli. “Prendiamo atto – commenta Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom Uil – dell’esito democratico del referendum, ora vogliamo capire da parte aziendale come si procederà visto che il rischio di societarizzazione è ora sempre più reale. Siamo inoltre preoccupati per il contesto difficile che vive il settore dei call center in Italia. Da parte nostra ci sarà il massimo impegno a operare per il mantenimento dei livelli occupazionali e del perimetro aziendale”. Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil, si dice soddisfatto dell’alta partecipazione dei lavoratori al voto e dichiara: “Ora bisogna convocare un coordinamento con le Rsu per capire le ragioni che hanno portato i lavoratori a votare in questo modo”.

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