Future of work: l’intelligenza artificiale per i lavoratori italiani

Secondo un nuovo studio, realizzato dall’istituto Opinium per ServiceNow, la metà dei lavoratori italiani (48%) utilizza già l’intelligenza artificiale per scrivere e-mail e post sui social network e il 53% ritiene che sia la più grande opportunità per il proprio futuro lavorativo. Nello stesso tempo, tre persone su dieci non capiscono come l’intelligenza artificiale generativa li potrebbe supportarle nel loro ruolo (31%) e il 43% ammette di non avere le capacità tecniche necessarie per lavorare con i sistemi di intelligenza artificiale.

La ricerca ha coinvolto, nello scorso mese di ottobre, 5.500 adulti che lavorano in Francia, Germania, Irlanda, Italia, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, UAE e UK.

“L’intelligenza artificiale è il futuro e questo studio ci aiuta a capire cosa pensano i lavoratori italiani e come siano già coinvolti in un suo utilizzo”, ha commentato Filippo Giannelli, area VP e country manager ServiceNow Italia. “ServiceNow è in prima linea nella creazione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di permettere ai dipendenti di svolgere al meglio il proprio lavoro per dedicare più tempo ad attività di maggior valore. Oltre allo sviluppo tecnologico siamo molto attenti anche al piano formativo, con programmi e corsi di formazione specifici su questo tema, rivolti a tutte le persone e non solo a quelle con una formazione tecnica.”

Tornando ai dati italiani, è interessante rilevare che solo la metà dei lavoratori italiani (48%) pensa di possedere tutte le competenze necessarie per avere successo durante tutta la propria carriera. Una percentuale simile (46%) ritiene che avrà bisogno di ulteriore formazione per mantenere una posizione rilevante sul mercato. Il campione di età compresa tra i 18 e i 34 anni, inoltre, ha più fiducia nelle proprie capacità (53%) rispetto ai colleghi di età superiore.

Il 66% del campione concorda sul fatto che una formazione aggiuntiva sulla tecnologia o su competenze digitali aiuterebbe a sentirsi più sicuri delle proprie prospettive di carriera e il 65% si è attivato in questa direzione in prima persona. Ma oltre un terzo (37%) trova difficile conciliare gli aggiornamenti con il proprio programma di lavoro e teme che, in un contesto di cambiamento costante, le competenze sviluppate possano rapidamente diventare obsolete (43%).

COMMENTI